Cari lettori, amici, amici degli amici, sconosciuti e utenti che cercano sui motori di ricerca, dovete sapere alcune cose sul nuovo algoritmo feed notizie di Facebook.
Mark Zuckerberg, il 29 gennaio, attraverso un post pubblicato (clicca qui per vederlo) sulla sua pagina ha annunciato che il team di sviluppo ha implementato/sviluppato un nuovo algoritmo feed notizie di Facebook che premierà le notizie locali, le notizie di sport più importanti e gli aggiornamenti provenienti da familiari e amici, favorendo le “interazioni sociali”, così come era in origine Facebook.
Secondo il report finanziario di Facebook per l’ultimo quadrimestre del 2017 e l’intero anno (clicca qui, per leggere la notizia completa), gli utenti consumano passivamente contenuti senza instaurare e/o generare rapporti durevoli con altre persone, ma alimentando solo conversazioni sterili (hate, flame e troll compresi) intorno a determinati argomenti o fake news (una delle battaglie di Facebook).
Naturalmente, la verità è tutt’altro che questa!
Di natura, sono poco propenso al buonismo, una cosa poco accettata da chi gira metriche, indicatori e costi, che non crede nelle favolette e negli auspici di un “buon” venditore ma pensa ai profitti di un’azienda.
Infatti, se si scorre qualche riga più giù, in quella parte che di solito si ignora nelle mail (come tutti i buon copy, le cose scomode vanno messe subito dopo il cappello), si evince soprattutto che la crescita ovvero i ricavi economici (stimata intorno ai 40 miliardi di dollari, provenienti principalmente dall’advertising), siano cresciuti in corrispondenza di quella della community (2.1 miliardi di utenti complessivi, di cui ⅔ attivi mensilmente).
Qualche mese fa l’algoritmo del feed notizie era stato rimodulato in funzione dei video, e, all’epoca dei fatti ho scritto sulla durata dei video (facebook e non) dando qualche accenno sul suo funzionamento (che tra l’altro non faceva discriminazione tra utenti e brand).
Nel caso non lo avessi letto, clicca qui.
Quando l’algoritmo è entrato in vigore, così come una legge (dura lex sed lex), i feed personali di notizie sono stati invasi letteralmente da video sponsorizzati di brand (in qualsiasi formato) e video di amici, di amici di amici e di “undefined”, ai quali devono essere aggiunti le “storie” e i live stream.
Insomma, seguendo una logica molto semplice, se aumentano gli utenti, aumenta la domanda (le query del motore di ricerca atipico) e proporzionalmente aumenta il bisogno di fare advertising da parte delle aziende, che in un sistema a bid come quello di FB, si traduce in un aumento del costo dell’offerta per click, visualizzazioni, azioni, etc…
Stessa cosa, accadrà con l’entrata in vigore del nuovo algoritmo feed notizie di Facebook!
Prima di tutto è doveroso fare una precisazione.
I brand, a differenza delle attività commerciali, di norma pubblicano un numero di post esiguo in un mese, hanno un pubblico estremamente vasto (e quindi un pubblico organico grande che genera conversioni), promuovono solo i prodotti “di punta” principalmente attraverso “ghost post” e fanno affidamento su campagne di retargeting; il loro feed risulterà sempre pulito e non alterato da molteplici post, quindi non verranno affatto danneggiati o intaccati dall’algoritmo.
Discorso diverso è per quelle attività commerciali con e-commerce che hanno una molteplicità di prodotti da mostrare, pubblicano molti post per differenziare l’offerta e sfruttano le campagne “PUSH” per estendere il loro pubblico; il loro feed risulterà pieno di post e quindi verrà nettamente penalizzata la parte organica che potrebbe generare conversioni.
Quindi necessariamente avranno bisogno di aumentare i budget pubblicitari poiché dovranno mostrare i propri prodotti non solo agli altri ma anche al pubblico (organico) che li segue.
Non esistendo delle soluzioni assolute, ma strade diverse da intraprendere, è possibile intervenire strategicamente con piccoli accorgimenti per ottenere i risultati prefissati (vendere così genericamente non è un obiettivo):
Prendiamo per esempio, un’attività commerciale che ha un e-commerce con 10.000 prodotti e pubblica sulla sua pagina 2/3 post al giorno (seguendo gli andamenti della balena dagli insight), tutti i giorni, per un mese, per mostrare la maggior parte di questi.
La pagina avrà un feed di aggiornamenti lunghissimo, estremamente penalizzante secondo il nuovo algoritmo feed notizie di Facebook.
Il primo intervento strategico è di utilizzare tutte le opportunità che Facebook mette a disposizione delle pagine.
La prima cosa è chiedere (ogni tanto una richiesta è giusta) alla vostra community se gli piacciono i contenuti che pubblicate, con un post in cui si chiede di votare tramite reaction (diventa interattivo, genera conversazioni) oppure con un sondaggio (inserite cose divertenti o spiazzanti, tipo "Ruspa"). In entrambi i casi potete analizzare i risultati (interazioni, conversazioni e voti). Fatto ciò, trovate la giusta strada (fatelo sembrare un gioco) o il modo carino (anche essere spudorati è carino) per chiedergli di modificare le loro impostazioni del news feed da "impostazione predefinita" a "mostra per primi".
Subito dopo creare una vetrina (se non la si ha) e creare al contempo i prodotti. Facendo ciò, si ha la possibilità con la vetrina di mostrare i prodotti direttamente da Facebook (facilmente raggiungibile tramite tab); creando i prodotti invece si ha la possibilità di taggarli praticamente ovunque.
Attraverso la creazione dei prodotti è possibile ridurre drasticamente i post, in tre modi:
Nei primi due casi proposti per la riduzione strategica dei post, sarà così, si perderanno visualizzazioni sul sito per via di un funnel a tre step ma d’altro canto si rispetterà in maniera quasi ragionevole l’algoritmo.
Nel terzo caso, utilizzando il formato canvas sarà possibile al contempo ridurre il numero di post e indirizzare tutto il traffico verso l’e-commerce, cliccando semplicemente sul prodotto.
A queste proposte strategiche, che cercano di adattarsi al meglio al nuovo algoritmo feed di notizie di Facebook, devono sempre essere affiancati investimenti in advertising (qui, alcuni dati sul mobile marketing) che si basano sulla quantità e qualità (soprattutto) di dati che avete, sulla divisione per dispositvo, sulla sperimentazione e sui nuovi segmenti inesplorati di pubblico, tipo i Boomers (date sempre uno sguardo ai trend e ai dati statistici sul tempo trascorso dalle persone 50/60+).
Alcuni dati statistici interessanti, realizzati da we are social e hootsuite, divisi per continente, li potete trovare qui:
Mondo: Completa
Americhe
Stati Uniti: Completa
America centrale: Completa
Europa
Europa del Nord: Parte 1 Parte 2
Europa Occidentale: Completa
Europa dell’Est: Parte 1 Parte 2
Africa
Africa orientale: Parte 1 Parte 2
Africa centrale: Completa
Nord Africa: Completa
Africa occidentale: Parte 1 Parte 2
Sud Africa: Completa
Asia
Asia Occidentale: Parte 1 Parte 2
Asia orientale: Completa
Asia centrale: Completa
Sud Est Asiatico: Parte 1 Parte 2
Asia Meridionale: Completa
Dati per nazione:
Italia: Completa
Francia: Completa
Cina: Completa
Germania: Completa
UK: Completa
Spagna: Completa
Australia: Completa
Singapore: Completa
Con la solita pillola indorata, Zuck e Facebook stanno dicendo: volete che il vostro business/azienda cresca? Allora, posat ‘e sord (sganciate il vil danaro)!
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