Non vi parleremo di cose teoriche, tipo il significato della parola rebrand (logo rebrand, rebranding, identity rebrand) o della sua storia, ma di un Case History vero e proprio che abbiamo realizzato per Treeworkers Napoli.

«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»

Correva l’anno 1789, o giù di lì, e Antoine-Laurent de Lavoisier formulava la legge di conservazione della massa, ripresa successivamente da Einstein per spiegare la sua teoria della relatività.

Qualcuno inizierà a chiedersi cosa significa questa affermazione, filosofica e piena di significati, probabilmente si chiederà anche se in agenzia stiamo dando di matto per via del caldo o meglio chiederà dove vogliamo andare a parare.

La risposta è molto semplice.

Un nostro cliente, che ci ha anche autorizzato a scrivere quest’articolo, rispettando tutta la normativa relativa al GDPR, aveva bisogno di attualizzare la sua identità per renderla, in primis più moderna e originale, ma anche più rispondente al suo lavoro attraverso un payoff figo, insomma aveva bisogno di un rebrand (logo rebrand, rebranding, identity rebrand) di Treeworkers Napoli.

Il nostro cliente ha un’azienda che si occupa di lavori in treeclimbing nel campo dell’arboricoltura (potature e abbattimenti) e di recente ha deciso di estendere il proprio ventaglio di servizi alle consulenze, perizie e valutazioni che ruotano attorno al mondo degli alberi (rafforzando il concetto di brand).

Essendo il titolare una persona di grande carattere ma allo stesso tempo smart, minimalista e amante del disegno, ha realizzato per la sua azienda diversi tipi di logo che rappresentavano il suo carattere, le sue idee e il suo modo di vivere e lavorare con il mondo degli alberi (idee che abbiamo bocciato a più riprese, :D).

rebrand--logo rebrand--rebranding--identity rebrand

Ci ha mostrato le varie prove di logo e naming che aveva fatto e quelli che stava utilizzando per i servizi.

Da questa frase, si può evincere una cosa su tutte: il nostro cliente stava utilizzando loghi e nomi diversi per identificare la stessa azienda (la sua!).

Un campanello d’allarme stava suonando: è una cosa azzardata e “sbagliata” rappresentare l’azienda con due brand diversi. A nostro modestissimo parere, questa cosa può avvenire solo a livello prodotto, e solo quando un brand/azienda si trova dinanzi alla scelta di differenziare i suoi prodotti, trasformandoli, molto spesso, in veri e propri brand, autonomi e di successo.

Per capire al meglio come possono essere differenziati i prodotti/servizi di un brand basta prendere come esempio FedEx, noto brand americano delle spedizioni che ha eseguito un rebrand (logo rebrand, rebranding, identity rebrand).

FedEx (Federal Express), come tutte le aziende che si sono consolidate negli anni, ha accresciuto e differenziato il proprio portfolio servizi: dalle sole spedizioni su gomma (terrestri) ai servizi postali via aerea. Dal 1974, anno della sua costituzione, il logo ha subito diverse trasformazioni fino al 2006; la prima radicale nel 1994 (una trasformazione totale dal lettering alla color table), una intermedia che differenziava la parte corporate dai servizi, e quella definitiva del 2006 con l’introduzione degli altri servizi già in seno alla compagnia.

 

rebrand-fedex

Dopo vari incontri/scontri e, senza operare l’antica e suprema arte del lavaggio del cervello (scherziamo, ndr), insieme al cliente, si è deciso di mantenere in vita il solo logo/brand realmente attinente alle attività in corda e al mondo degli alberi.

Nulla si crea

Ritornando al discorso iniziale per cui tutto è relativo e nulla si crea, è doverosa una premessa: nelle arti grafiche e fotografiche quel tutto di cui si ha bisogno, è già stato pensato, creato e messo a disposizione della collettività nello stesso attimo in cui lo si stava pensando.
È tutto vero, non stiamo scherzando.

Ci sono tanti siti che offrono risorse stock sia gratuite che a pagamento, e non sto parlando di poche cose. Milioni di prodotti pre-confezionati in vendita o da scaricare a cui accedere mediante semplici o dettagliate ricerche direttamente dai siti o molto più semplicemente via google.

Il progetto di rebrand (logo rebrand, rebranding, identity rebrand) di Treeworkers Napoli è partito più o meno così: una ricerca intensa ed estesa a tutte le categorie di alberi nei principali siti di file vettoriali. Dopo aver selezionato quelli che meglio rispondevano alle esigenze di brand e avessero almeno un punto in comune con il vecchio logo, abbiamo iniziato a creare le prime bozze del rebrand (rebranding, logo rebrand, identity rebrand, non smetteremo di chiamarlo così per una sperimentazione SEO che stiamo facendo).
Ma qualcosa è successo prima...

Nulla si distrugge

Abbiamo riflettuto a lungo, provando a non stravolgere completamente il logo dal punto di vista grafico, ma al cliente, tutte le bozze mandate, sono apparse troppo piatte, troppo schematiche ma al contempo molto funzionali e poco empatiche.
E niente poco importa!

Le prove fatte, vengono archiviate come materiale stock interno da poter utilizzare in altri contesti o altre circostanze, insomma nulla si distrugge. Un po’ come il concetto che è alla base del logo. Quella è l’unica cosa che per quanto possa essere atomizzata, infine risulta inalienabile e insostituibile.

"Logotipare" infatti è la risultante di un processo creativo che racchiude, in linee, forme e colori il concetto inalienabile di brand. Sì proprio il concetto o il concettualizzare è la fase più importante e complicata, dove intervengono gli agenti (gli utenti) che devono recepire il messaggio proprio perché è al centro del comunicazione.

Proprio perché la comunicazione moderna parte da quel famoso “Medium is the massage” di McLuhan (edizione a stampa, 1967). Quindi se nulla si crea e nulla si distrugge, allora che succede/accade?

Tutto si trasforma

Succede/accade che tutto si trasforma.
Il processo creativo non si ferma, e se le bozze che hai mandato, peccano di qualcosa, allora con tanta umiltà devi analizzare gli errori e capire cosa hai sbagliato perché Medium is the Message!

Gli errori sono parte dell’esperienza, servono a capire il modo in cui non fare una cosa nel futuro, servono ai processi mentali a maturare nuovi concetti e personalmente ad accrescersi.

Dopo tutte queste belle parole, vi chiederete ma dove è questo case history sul rebrand (rebranding, logo rebrand, identity rebrand) di Treeworkers Napoli?

È nelle fasi della trasformazione che vi elencheremo sotto. Una trasformazione che al cliente ha suscitato l’effetto WOW (sì proprio quello che si chiede a determinati concorrenti nelle gare televisive per aspiranti chef).

 

Punto 1

Abbiamo preso una risorsa stock con un albero, e per poterla utilizzare per scopi commerciali abbiamo cancellato una parte sostanziale (una casa e il baseline) e smussato alcune sue parti interne, costituendo così la base del logo.

Punto 2

Partendo dagli errori fatti in precedenza (piattezza e schematicità), abbiamo pensato di includere la base del logo in un forma poligonale, in modo da dare un senso di tridimensionalità e di profondità.

Punto 3

A questo punto non ci bastava solo dare tridimensionalità e profondità al logo. In soccorso alla creatività è venuto il fatto che siamo una banda di Nerd e cultisti di Minecraft. Abbiamo trasformato il poligono in un cubo, mettendo in primo piano l’albero dal vertice dell’angolo basso, e raccordando le facce attraverso linee, abbiamo diviso lo spazio creando verosimilmente la terra in basso e il cielo in alto.

Il logo fatto di esagoni (l’esagono esterno è il doppio di quello interno, in modo da avere una buona scalabilità) e rette parallele è stato strutturato sfruttando la griglia di base di Adobe Illustrator e mediante schizzi a matita fatta su carta a quadretti (e sul muro lavagna che abbiamo in agenzia) che per nostra sventura sono andati persi/distrutti/cancellati dopo un vortice di pulizie in agenzia.

Punto 4

La fase ardimentosa della realizzazione del logo in positivo, e del resto anche quella in negativo, era finita. Non restava altro che scegliere i colori giusti per armonizzare il concetto di “albero al centro della natura, tra cielo e terra”. Tra le tante opzioni disponibili per costruire la color table, fatta da una triade di colori, abbiamo deciso di usare delle palette material design (qui) messe a disposizione da Google (Ghegle, per i più) per poi modificare leggermente i toni, così come potete osservare in foto.

 

Punto 5

Il naming è sempre stato uno dei punti dolenti ma anche chiave del processo di realizzazione del logo; non ci siamo spaventati e abbiamo fatto di più perché lo avevamo già palese e manifesto 😀
Per il naming, abbiamo scelto la forma estesa del nome Tree Workers Napoli (per maggiore comprensione sia del lavoro che fa il nostro cliente, sia per una questione di scalabità) rispetto a quella raccorpata, formata dalle sole iniziali (TWN), cambiando il lettering (utilizzando Coves, un font bastoni, scaricabile qui) e inserendo un payoff (Arboricoltura Sostenibile) decisamente figo, a detta del nostro cliente.
Questa scelta non è avvenuta certamente a caso ma come supporto spaziale al logo e al payoff.

Questi punti, rappresentano per noi i passaggi fondamentali per la realizzazione di un buon rebrand, ma anche di un logo, per la creatività non possiamo fare nulla.

Non importa che tu parta da una risorsa stock o handmade, l’importante è che tu adotti soluzioni punk (senza essere gazzella) non per sopravvivere ma per suscitare quell’effetto WOW che non è del mondo della cucina ma del mondo del marketing.

Fatti coinvolgere dalla passione che spinge te (noi scriventi) e il cliente alla ricerca di soluzioni, confrontati spesso/sempre/ogni giorno fino allo sfinimento (forse è troppo), prendi una tazza di tè alla pesca ghiacciato o un caffè e annota tutto quello che ti passa per la mente senza chiamarlo brainstorming. Se ti va, dormici su, è altamente salutare. Riordina tutto e inizia a fare prove, come se non ci fosse un domani, saranno esercizi che ti serviranno sempre (non per crescita professionale, ma perché potrai utilizzarle per altri clienti). Non far borbottare il cervello ma tira fuori il nerd, filantropo, radical chic e minimalista amante dell’arte che è in te.

Siamo sicuri che andremo fieri di te, e che tu farai il migliore rebrand (rebranding, logo rebrand, identity rebrand)!

Se sei arrivato fin qui, e ti ritrovi in quello che ti abbiamo raccontato o ti vuoi affidare a noi per un rebrand, ricordati che questo è solo un articolo che è stato scritto a più mani da zen e Ren.

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